martedì 24 febbraio 2009

La mia storia

La mia storia

Era il 1975/76 che incontrai il mio maestro. Un monaco tantrico che mi iniziò alla via del Tantra: almeno pensai fosse quella. Già dal 74 ero andato in crisi, stanco della solita vita dello sballo, del fumo, del cantare, delle feste, delle donne e così via. Ricordo che volevo cambiare, cambiare, mi tagliai i capelli con un trancio netto di sbieco, come si fa con una cosa, che per troppo tempo te la senti addosso. Ma poi quella crisi esistenziale che da tempo mi seguiva: cercavo qualcosa che fosse oltre la mente ordinaria, qualcosa che mi potesse far incontrare l’uomo , quello vero, senza maschere, senza menate. Poi quella storia della magia dove mi ero immesso, senza trovare sbocchi, mi aveva proprio legato per bene. Degli spiriti larvali erano entrati in me e non mi lasciavano ne di notte e ne di giorno. Così mi trovavo fregato sia sul piano esistenziale, che su quello animico. Andavo in giro a chiedere aiuto ad amici ,morose, conoscenti. Cercavo aiuto nella chiesa: volevo farmi esorcizzare… da tanto che ero incasinato… Cosi iniziai a leggere un libro- autobiografia di uno yogi- di Paramahansa Yogananda. Quel libro però faticava a passare da me, non so perché non riuscivo ad averlo,una mia amica lo teneva per sé. Poi ero senza soldi, senza casa o quasi con l’affitto da pagare, dormivo al freddo…proprio un gran casino… Cosi una sera in Piazzetta appeso alla porta a vetri del baretto vidi una locandina con scritto: conferenza di tantra yoga. Ci andai subito tanto non avevo niente da fare… Nella stanza vi erano diverse persone, il monaco era tutto vestito di arancione con un turbante in testa dello stesso colore. Quando iniziò a parlare dentro di me lo manfai a fan…dicendo che cazzo sta a dire questo… Leggendo qualche nota del libro pensavo di sapere già tutto. Il giorno dopo in una casa vicino ad una piazza della città mi trovai con il monaco ed altre persone pronte per essere iniziate… Non capivo cosa stavo facendo, non ero stato preparato, ma per me con quel casino che avevo addosso, figurarsi se non mi andava bene. Mi diede una pratica di meditazione, mi fece dire dei GIURAMENTI, mi diede una parola segreta che non capivo e mi lasciò libero per la strada. Ero un po’ stralunato, vedevo il mondo con una luce diversa, quasi più chiara. Mi misi a meditare di lena, mi alzavo alle quattro del mattino e stavo lì ore a meditare. Ricordo che prima di essere iniziato avevo un sacco di amici, ragazze, ero un tipo come sono ora alla mano molto cordiale, simpatico… Ricordo che all’improvviso abbandonai tutti e sparii dalla circolazione… Gli amici si lamentavano che ero uno stronzo che mi ero defilato che… Io continuavo nella mia ricerca, ma i mostri nella mia mente rimanevano sempre uguali. Poi incontrai gli altri quelli del gruppo della meditazione. La sede era VERONA in una casa vicino a piazza Vescovo. Erano più stanze disposte su più piani in una c’era la sala del Dharma Chakra- cerchio del Dharma. Sopra un altare vi era la foto del guru, era la prima volta che vedevo una sua fotografia. Non era tanto bello come nelle icone dei padri spirituali, anzi al contrario portava occhiali spessi e scuri. Comunque quello era il divino maestro. Durante la meditazione si cantava il mantra- baba nam kevalam-. Io ero abituato a cantare alle feste e non faticavo a a cantare e ballare, ma sia il canto che la danza erano diverse: non ero uno s..ballo… ma ero un ballo… Tutti ordinati con le braccia alzate in segno di invocazione, ma non lo sapevo…si cantava questo mantra senza sosta anche per ore, fino allo sfinimento o al finire dell’onda contemplativa che loro chiamavano DEVOZIONE… talvolta l’immagine del guru veniva posta sopra un tavolo messo al centro della sala. Sopra il tavolo c’erano incensi e candele e le persone cantando il mantra, giravano in senso antiorario attorno all’immagine del guru. Sin cantava si invocava, si supplicava la sua presenza: e questa la chiamavano DEVOZIONE … Poi al termine una profonda MEDITAZIONE completamente in silenzio senza fiatare fermi per più di un’ora… alla fine la recitazione dei canti che inondavano di Grazia la figura del divino guru e poi con la testa ed il corpo completamente steso al suolo tutti insieme si eseguiva la totale prostrazione, che loro chiamavano totale ABBANDONO.

Continua------

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sabato 21 febbraio 2009

La mia storia

Era nel 1974 ah! prposito mi chiamo Shanti nome che ho preso e che trovo pieno di significato- vuol dire Pace e c'e ne così bisogno oggi. Be ! ...dicevamo che era il 74 quando per ragioni di ricerca personale mi trovai veramente in crisi esistenziale. Tutto andava sorto ma veramente storto che stavo per perdre la bussola. Così gira e rigira chidendo aiuto ad amici e riamici, una sera mi sono recato ad una conferenza di Tantra Yoga. Mi trovavo in una stanza di fronte ad un monaco tutto vestito di arancio, con un turbante sempre di quel colore. Questoi mi parlava della disciplina dello yoga dell'inizizione di un certo Milarepa che si donò copletamente al suo guru. Cercando la liberazione si era innoltrato da prima nella magia nera e persosi completamete chiese aiuto ad un lama. La sua storia si svolse in Tibet. Pari alla mia storia , più o meno anch'io mi ero perso volendo dedicarmi a fare il mago e così pieno di desiderio di liberarmi dalla colpa mi rivolgevo al quel monaco con molto ardore. Il giorno seguente fui inziato al sentiero e da quel giorno mi misi a meditare senza sosta. ricordo che mi alzavo alle 4 del mattino ed in silenzio andavo a meditare.- Imparai ad essere vegetariano e non bere vino nemmeno a pranzo. Ricordo che ad un carnavale comperai due litri di latti e mi ubriacai con quello.