Nella meditazione CERCAVO LA FUSIONE CON MANTRA E CON IL GURU. Non potevo fare a meno di FONDERMI con lui. Quanto mi sforzavo e quanto cercavo questa IDENTIFICAZIONE. Alle volte quando non vi riuscivo stavo male mi sembrava di perdermi, di non valere nulla, di retrocedere. Questo FLUSSO o BHAVA era molto importante per MANTENERMI NELLA SUA CORRENTE DIVINA. La mia mente andava e veniva e mi SFORZAVO di non pensare, di controllarla per RIMANERE SEMPRE UNITO A LUI: al mio guru. Altre volte utilizzavo immagini di divinità, del Buddha, di Krishna, di Shiva o altro. Imprimevo alla mente direzioni e tracciati che la riqualificavano: volevo e TENDEVO ALLA REALIZZAZIONE, alla meta ultima.
venerdì 20 marzo 2009
I giuramenti
Durante L’INIZIAZIONE pronunciai dei GIURAMENTI che non capivo. Preso com’ero dal trovare una soluzione mi sembravano cosa dovuta già che chiedevo un poco di pace e di serenità .Mi fu chiesto di RIPETERLI ogni qual volta terminavo la mia meditazione, cosa che feci dal primo giorno. Cercavo con vera INTENZIONE di aderire in modo attivo agli stessi e mi sforzavo di PORTARLI a termine.
L'iniziazione
Il giorno che presi l’iniziazione lo ricordo più o meno come oggi. Ho ancora in mente il luogo, ricordo una stanza con il monaco vestito di arancione con un turbante dello stesso colore in testa che mi dava istruzione che la primo momento non capivo. Per forza non ero mai stato iniziato prima d’ora. Ricordo che mi parlava di giuramenti di posizioni segrete e di come posizionare la mia mente. Quando uscii da quella stanza nei pressi di una piazza vicino alla caserma dei carabinieri mi sentivo completamente un altro. Sentivo attorno a me un luce strana con tutto luminoso, una realtà nuova mi stava attorno. Una nuova carica era entrata in me.
sabato 14 marzo 2009
La storia del Seva
La disciplina non che l’ideologia erano fondate su due aspetti fondamentali: il KARMA YOGA o SEVA e l’AUTOREALIZZAZIONE. Questi due aspetti erano la summa della pratica. Il Seva veniva appreso mediante le azioni di SERVIZIO DISINTERESSATO e l’autorealizzazione mediante la pratica della disciplina, dello yoga e della meditazione. Con queste due pratiche mi occupavo di tutto, soprattutto quella del karma Yoga nel quale insegnamento e ascritto la pratica del DISTACCO DALLE AZIONI. Mi occupavo delle persone anziane, degli andicappati, delle persone bisognose, di prestare il mio tempo e la mia opera a chi ne avesse bisogno, a qualsiasi livello. Ma non solo, mi ero reso disponibile alla salvaguardia dell’ambiente, nella protezione degli animali, contro la vivisezione , la caccia e la protezione dei parchi. Ero divenuto attivo...
Il mio viaggio in India
Dopo che ebbi incontrato il guru preso dalla sua visione volli seguirlo in india e stetti con lui per quasi un anno e mezzo. L’ASHRAM era situato a Tiljala un sobborgo alla grande periferia di Calcutta . Per passare dall’Ashram si doveva incrociare una immensa discarica, una cloaca a celo aperto tanto che ogni qual volta mi venivano un forte mal di stomaco e incredibili conati di vomito. In quella fogna a cielo aperto vi erano persone che cercavano cibo ed ogni sorta di cose. La costruzione era imponente , condominiale, e gli edifici erano due separati da alte mura, uno per i maschi a l’altro per le donne. All’ashram la disciplina era ferrea: sveglia alle 4 del mattino doccia fredda o bagno, poi il canto del KIRTANA, invocazione del mantra, seguiva la meditazione, seduti per più di un ora e oltre ed infine le asana personali, poi ancora la meditazione ed infine la PROSTRAZIONE al guru. Dopo la meditazione la colazione in silenzio ed infine la pratica del SEVA. Riordino della cucina delle cose ed altri lavori. Molte volte vi erano classi di filosofia ed insegnamenti dello yoga e della meditazione. La disciplina mi aveva formato ed il contatto con il guru reso più forte. A mezzogiorno nuovamente il Kirtana e la meditazione e la prostrazione totale al guru. Poi il riposo pomeridiano per continuare con le classi di filosofia e di meditazione, fino alle 17/ 18. Ora delle asana personali e della meditazione collettiva. Prima della asana personali vi era la pratica del mezzo bagno: acqua fredda sulle giunture con lavaggio degli occhi, della bocca e delle narici. Poi la classe tenuta dal guru o da un monaco ed infine la cena. Dopo cena seguivano in canti o altra classe e per le 23,00 tutti a letto, non prima di un ultima meditazione collettiva. Il giorno dopo stessa cosa.